A quasi due settimane dalla notte dell’alluvione che si è abbattuta nel messinese, si cerca ancora nel fango; mancano sette persone all’appello tra cui i due fratellini Francesco e Lorenzo, che risultano ancora dispersi. Purtroppo le speranze di ritrovare ancora qualcuno in vita sono scarse o quasi nulle, ciò nonostante si continua a cercare con foga e vigore; ed è, questa, una ricerca che coinvolge un po’ tutti, dai vigili del fuoco, agli uomini della Protezione civile, alle numerose persone, anch’esse vittime della tragedia, che continuano a tornare in quei posti, ormai ridotti ad una montagna di fango, per scavare, anche a mani nude, col desiderio di poter finalmente trovare i corpi di amici, parenti, o semplicemente sconosciuti, sui quali poter piangere. E mentre i lavori di ricerca continuavano, sabato 10 ottobre, alla cattedrale di Messina, si svolgevano i funerali delle 21 vittime recuperate; grande partecipazione da parte della gente che numerosa assisteva all’ultimo saluto di persone vittime dell’ennesima manifestazione della forza distruttrice della natura. Tra queste vittime ricordiamo il ragazzo di 29 anni, ufficiale della Marina Militare che, miracolosamente salvatosi dalla valanga che ha investito le frazioni cittadine ai piedi della montagna, è tornato immediatamente indietro per salvare quanta più gente poteva e che è morto nel tentativo di salvare la nona persona. Estremamente dolce e tenero, seppur tragico, il ritrovamento dei due fratelli ritrovati l’un nelle braccia dell’altro, nella loro casa. Ma l’aspetto forse più tragico della vicenda è il coinvolgimento anche di alcuni bambini, la cui tenera età è stata stroncata troppo presto. Simbolo di queste “piccole” perdite, palloncini bianchi che, attaccati alle bare, sono stati lasciati liberi di volare in cielo al termine dei solenni funerali. Uno sguardo particolare deve essere rivolto anche, e soprattutto, ai sopravvissuti che hanno perso, oltre ad amici e familiari, una casa, un posto nel quale tornare tutti i giorni, un posto dove ci si può sentire protetti, il calore del proprio nido. I numerosi sfollati sono stati accolti in diverse strutture ed alberghi di Messina e dintorni e vengono assistiti costantemente da funzionari e volontari di associazioni che offrono il proprio aiuto e il proprio sostegno. Ma c’è bisogno dell’aiuto di tutti per poter ridare una qualche speranza a queste persone, i cui sogni sono stati trascinati a mare dal fango; è importante non dimenticare, non voltare pagina e, come dopo il terremoto in Abruzzo, far sentire il proprio sostegno, la propria partecipazione, tenere viva la memoria di quanto successo.
mercoledì 23 giugno 2010
MESSINA: DUE SETTIMANE DOPO L'ALLUVIONE
A quasi due settimane dalla notte dell’alluvione che si è abbattuta nel messinese, si cerca ancora nel fango; mancano sette persone all’appello tra cui i due fratellini Francesco e Lorenzo, che risultano ancora dispersi. Purtroppo le speranze di ritrovare ancora qualcuno in vita sono scarse o quasi nulle, ciò nonostante si continua a cercare con foga e vigore; ed è, questa, una ricerca che coinvolge un po’ tutti, dai vigili del fuoco, agli uomini della Protezione civile, alle numerose persone, anch’esse vittime della tragedia, che continuano a tornare in quei posti, ormai ridotti ad una montagna di fango, per scavare, anche a mani nude, col desiderio di poter finalmente trovare i corpi di amici, parenti, o semplicemente sconosciuti, sui quali poter piangere. E mentre i lavori di ricerca continuavano, sabato 10 ottobre, alla cattedrale di Messina, si svolgevano i funerali delle 21 vittime recuperate; grande partecipazione da parte della gente che numerosa assisteva all’ultimo saluto di persone vittime dell’ennesima manifestazione della forza distruttrice della natura. Tra queste vittime ricordiamo il ragazzo di 29 anni, ufficiale della Marina Militare che, miracolosamente salvatosi dalla valanga che ha investito le frazioni cittadine ai piedi della montagna, è tornato immediatamente indietro per salvare quanta più gente poteva e che è morto nel tentativo di salvare la nona persona. Estremamente dolce e tenero, seppur tragico, il ritrovamento dei due fratelli ritrovati l’un nelle braccia dell’altro, nella loro casa. Ma l’aspetto forse più tragico della vicenda è il coinvolgimento anche di alcuni bambini, la cui tenera età è stata stroncata troppo presto. Simbolo di queste “piccole” perdite, palloncini bianchi che, attaccati alle bare, sono stati lasciati liberi di volare in cielo al termine dei solenni funerali. Uno sguardo particolare deve essere rivolto anche, e soprattutto, ai sopravvissuti che hanno perso, oltre ad amici e familiari, una casa, un posto nel quale tornare tutti i giorni, un posto dove ci si può sentire protetti, il calore del proprio nido. I numerosi sfollati sono stati accolti in diverse strutture ed alberghi di Messina e dintorni e vengono assistiti costantemente da funzionari e volontari di associazioni che offrono il proprio aiuto e il proprio sostegno. Ma c’è bisogno dell’aiuto di tutti per poter ridare una qualche speranza a queste persone, i cui sogni sono stati trascinati a mare dal fango; è importante non dimenticare, non voltare pagina e, come dopo il terremoto in Abruzzo, far sentire il proprio sostegno, la propria partecipazione, tenere viva la memoria di quanto successo.
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