sabato 27 agosto 2011

Pasqua a Villaba, tra vecchie e nuove tradizioni


VILLALBA. La festa di Pasqua a Villalba è particolarmente sentita, anche dai più piccoli. E non solo per le uova di cioccolato o per i primi gelati dei bar. È forse la festa più attesa, quella della quale tutti parlano dopo Natale e che ogni anno dà l’impressione di passare troppo velocemente. Se si potesse controllare il tempo come si fa al registratore, credo che i villalbesi (me compresa) lo fermerebbero nel momento esatto dell ‘ “incontro”, il Venerdì Santo alle 13. Quel frangente di tempo in cui il cuore inizia a tremare per la suggestione che evoca la “corsa” di una Madre per raggiungere un Figlio divinamente condannato, dopo averlo cercato per le vie del paese durante la mattinata. La salita verso il calvario poi per attendere le 15, quando la morte del Condannato mette fine ad un’epoca per segnare l’alba di una nuova vita.
Una ricostruzione insomma che, a parer mio, non ha nulla da invidiare a quelle messe in scena in altri paesi con personaggi viventi, e che forse risulta ancora più emozionante proprio per la mancanza di umani intermediari: sono le statue a parlare pur rimanendo in un gelido silenzio.
Tra vecchie e nuove tradizioni così Villalba festeggia la Settimana Santa,le spese per la quale sono state gentilmente offerte quest’anno dalla famiglia Calafato, riprendendo un’antica tradizione ormai abbandonata da decenni e ripescata nel 2005 dalla famiglia Immordino. L’allestimento della Cena con i simbolici agnelli di zucchero è stata ospitata infatti per qualche giorno presso la famiglia Calafato e poi trasferita in piazza nella tarda mattinata del Giovedì per la rievocazione dell’Ultima Cena tenuta alle ore 16:30. Secondo la tradizione inoltre il capofamiglia ha diritto all’investitura di priore, per un anno, della Confraternita del SS Sacramento, ruolo quest’anno toccato al Sig. Calogero Calafato.
I festeggiamenti si concludono con la processione del Cristo Risorto la Domenica di Pasqua, subito dopo la messa serale. E ad ogni singola persona che ha seguito da vicino tutte le tappe di questa “lunga” festa non rimane che dire, con velo di nostalgia, “Anche quest’anno è finita”.

Flavia Fruscione

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