VALLONE. La tradizionale festa che si svolge al Santuario del Signore di Belici il 3 maggio è stata quest’anno accompagnata da un cielo molto nuvoloso e da qualche goccia di pioggia, vento a parte. Per gli abitanti dei paesi del vallone come Villalba, Vallelunga, Marianopoli, Resuttano, quest’ulteriore occasione di scampagnate e pic-nic, che di fatto allunga quelle relative ai festeggiamenti del 1 maggio protratte per ancora due giorni, è risultata in parte disillusa e sconvolgente, o forse no.
Con l’inizio del mese Mariano, il caratteristico Santuario, arroccato sulla cima di un colle in posizione piuttosto centrale per la zona, inizia, o meglio, torna a costituire la metà di numerosi devoti provenienti da tutte le parti della Sicilia. Non è inusuale infatti notare, durante il corso dell’estate, la presenza di autobus nel piazzale antistante la Chiesetta, dove tutte le domeniche, da maggio a settembre, rimane aperta per la celebrazione della Messa.
Diversi i pellegrinaggi a piedi dai paesi al Santuario che vengono organizzati dalle parrocchie il primo giorno del mese di maggio, e che si concludono con la Messa delle 18:30.
Alle origini di questa festa una leggenda: si narra che l’antico Crocifisso custodito al Santuario sia stato prodigiosamente scolpito su un pezzo di legno che un pastore raccolse nelle acque del fiume Belice e che trasportò all’interno della sua grotta posizionata ai piedi del Santuario. Da quella mattina del 3 maggio , quando svegliandosi il pastore trovò il Crocifisso al posto del bastone raccolto, ogni anno un massiccio numero di fedeli si riunisce per commemorare il miracoloso evento e per affidarsi a quel dolcissimi Signore che, come recita una preghiera ad Esso rivolta, “teni aperti li so cinku chiaj pi ccu bisugnu n’avi.”
Flavia Fruscione
Con l’inizio del mese Mariano, il caratteristico Santuario, arroccato sulla cima di un colle in posizione piuttosto centrale per la zona, inizia, o meglio, torna a costituire la metà di numerosi devoti provenienti da tutte le parti della Sicilia. Non è inusuale infatti notare, durante il corso dell’estate, la presenza di autobus nel piazzale antistante la Chiesetta, dove tutte le domeniche, da maggio a settembre, rimane aperta per la celebrazione della Messa.
Diversi i pellegrinaggi a piedi dai paesi al Santuario che vengono organizzati dalle parrocchie il primo giorno del mese di maggio, e che si concludono con la Messa delle 18:30.
Alle origini di questa festa una leggenda: si narra che l’antico Crocifisso custodito al Santuario sia stato prodigiosamente scolpito su un pezzo di legno che un pastore raccolse nelle acque del fiume Belice e che trasportò all’interno della sua grotta posizionata ai piedi del Santuario. Da quella mattina del 3 maggio , quando svegliandosi il pastore trovò il Crocifisso al posto del bastone raccolto, ogni anno un massiccio numero di fedeli si riunisce per commemorare il miracoloso evento e per affidarsi a quel dolcissimi Signore che, come recita una preghiera ad Esso rivolta, “teni aperti li so cinku chiaj pi ccu bisugnu n’avi.”
Flavia Fruscione
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